10 Aprile 2020
Intervista di fine stagione: Lorenzo Rossi
E’ terminata forse nel momento peggiore la stagione della Maginot, fermata proprio dopo aver agganciato il quarto posto in classifica, l’ultimo disponibile per i Playoff, e in rampa di lancio per un grande finale, al quale la squadra arrivava da cinque vittorie consecutive, con una sola sconfitta nel girone di ritorno.
Prima stagione da capo coach della Maginot, nel campionato di promozione, come è stata?
«Dal sapore un po’ agrodolce. Ancora non ho trovato bene le parole per esprimere quello che sento per come è finita, resta un po’ l’amaro in bocca perché, secondo me, il meglio doveva ancora venire, per come si erano messe le cose in questo momento della stagione. Venivamo da cinque vittorie consecutive, avevamo trovato un po’ la quadra e quindi secondo me avevamo ancora da toglierci diverse soddisfazioni fino alla fine della stagione, che potevano culminare con l’accesso ai Playoff che, per come avevamo giocato il girone di andata, oggettivamente era tutt’altro che scontato, e anche per come ci davano ad inizio stagione: nessuno si aspettava che potessimo arrivare tra le prime quattro. Nonostante tutto è stata una bellissima esperienza, un’annata molto positiva e mi ritengo ampiamente soddisfatto, come ho detto resta solo un po’ l’amaro in bocca per come è finita, potevamo ancora dimostrare tanto».
Anche perché il campionato è stato fermato proprio nella settimana del sentito derby casalingo con la Mens Sana
«Dispiace tanto perché giocavamo in casa, erano già stati venduti i biglietti, tutto esaurito, ci sarebbe stato un bell’ambiente, e inoltre arrivavamo a questo derby pronti, probabilmente era il nostro miglior momento della stagione. Il nostro era un momento di forma al top, con cinque vittorie consecutive, prestazioni rassicuranti anche dal punto di vista offensivo, che era stato quello nel quale avevamo sofferto di più nella prima parte di stagione, mentre la difesa è sempre stata un po’ la costante dell’annata. Resta il dispiacere di non poter provare a vedere cosa poteva succedere in quella partita, ovviamente non so quale sarebbe stato il risultato finale, ma sono certo che non sarebbe andata come nella partita di andata, i 20 punti di scarto non ci sarebbero sicuramente stati, sarebbe stata una partita da giocare sull’entusiasmo degli ultimi risultati e delle sicurezza acquisite. Resta il dispiacere, ma d’altra parte la salute viene prima di tutto, senza nessun dubbio».
Oltre ad essere coach della Maginot sei stato impegnato anche come vice allenatore della formazione under 16 Gold, che esperienza è stata?
«Anche quella è stata una bella esperienza e lo è tutt’ora perché con i ragazzi continuiamo tramite videochat a collegarci per fare un po’ di allenamenti, principalmente di carattere fisico. Continuiamo a vederci e a lavorare nonostante la situazione, devo fare anche i complimenti ai ragazzi perché sono sempre in tanti a collegarsi e a lavorare, si vede che da parte loro c’è voglia di continuare. Facevamo un campionato tosto, con diverse squadre che l’anno scorso partecipavano al campionato eccellenza, mentre noi venivamo dal silver, quindi il divario con alcune squadre poteva essere sulla carta ampio. C’è stata una crescita durante l’anno, il lavoro fatto ha pagato, la squadra è maturata e cresciuta. Prima dello stop dovevamo iniziare la seconda fase che ci vedeva con squadre del nostro livello e che poteva dare qualche soddisfazione in più ai ragazzi. Ci sarà occasione il prossimo anno per vedere i frutti del lavoro di questa stagione ».
Che cosa ti ha lasciato questa stagione?
«Tanti bei rapporti umani, sia con la Maginot che con l’under 16 c’è stata una continua crescita nei rapporti interpersonali con i ragazzi. Alla Maginot era il mio primo anno da capo allenatore in un gruppo senior, quindi un’esperienza particolare e anche se non è finito il campionato mi rimane un bagaglio importante che mi porterò dietro a lungo. E’ stata senza dubbio una bellissima esperienza, nonostante sia terminata così».