27 Aprile 2020

Intervista di fine stagione: Francesco Cappelletti



Avviare il percorso dei giovanissimi virtussini nel basket giovanile: questo è stato l’obiettivo di questa stagione di Francesco Cappelletti, impegnato come allenatore con le categorie Esordienti, Under 13 e Under 14, quelle nelle quali si gettano le basi sulle quali si costruiranno poi i giocatori e i ragazzi.

Una stagione che, come quella di tutti, è stata purtroppo troncata prima del finale. Che anno è stato per te e per le tue squadre?

«In generale è stata una buona stagione. Partendo dai più grandi, l’Under 14 élite ha fatto un ottimo campionato, arrivato a coronamento di un percorso di tre anni fatto insieme. Al momento dello stop eravamo in alta classifica per fare gli spareggi per il titolo. E’ un gruppo che si allena benissimo, che secondo me esprime anche un buon gioco rispetto al livello medio del campionato, magari manca ancora un po’ di carattere ma hanno ancora tutto il tempo per venire fuori. Per quanto riguarda gli under 13, avevamo un gruppo da mettere insieme, con una parte di ragazzi nostri più altri ragazzi arrivati da altre società, tra cui quelli di Asciano, una società con la quale collaboriamo. Era un gruppo nuovo da mettere insieme, a livello di amalgama ce l’abbiamo fatta bene, e stavamo crescendo anche a livello tecnico. Con questo gruppo, anche grazie all’aiuto dei 2008, abbiamo fatto due campionati: l’under 13 rossa è arrivata all’ultima fase per il titolo, tra le migliori 24 della regione, mentre l’under 13 blu all’ultima fase della Coppa Primavera. I ragazzi sono cresciuti tutti, e la divisione in squadre è stata di fatto solo per il campionato, perché i ragazzi si sono sempre allenati insieme, lavorando in maniera omogenea. Con gli Esordienti, gruppo in uscita dal minibasket al primo anno con me, siamo andati in netta crescita. I primi tempi sono stati di adattamento al nuovo tipo di basket, alle nuove richieste, ma già da Gennaio abbiamo visto un po’ di cambiamenti: abbiamo vinto un torneo a Firenze con altre squadre toscane di buon livello, e quando si è interrotta la stagione venivamo probabilmente dal miglior periodo dell’anno, dove avevamo vinto in serie con Colle, a Castelfiorentino e in casa con Use Empoli, tutte partite vinte in modo convincente».

Francesco Cappelletti

Hai allenato i gruppi che iniziano il percorso nelle giovanili, che tipo di lavoro hai impostato durante l’anno con i vari gruppi?

«Con gli Esordienti è l’anno più critico, perché c’è un cambio netto in tutto: metodologia, richieste, concezione del gioco, si passa da un gioco-sport a un’attività che inizia ad essere agonistica. Con loro abbiamo lavorato prima di tutto su come si sta in palestra e poi sull’aspetto tecnico, inserito adesso in un contesto più organizzato: iniziare a mettere qualche punto fermo sviluppando di pari passo la tecnica con la comprensione del gioco. Sugli Under 13 si innesta un discorso di una maggiore responsabilizzazione, anche organizzazione di gioco. Nel caso specifico loro, essendo un gruppo nuovo che si doveva conoscere, ho lasciato abbastanza libertà, ho battuto molto per metterli insieme, oltre a ciò che mi interessava dal punto di vista tecnico. Con gli under 14, col fatto che eravamo al terzo anno insieme, ho inserito anche elementi nuovi, qualche idea di gioco in più».

A te, sia dal punto di vista di allenatore che da quello umano, cosa ti ha lasciato questa stagione?

«L’amaro in bocca, come a tutti. Si entrava nella fase più importante della stagione, con buone aspettative, viste le posizioni in classifica, e con fiducia di fare bene; era anche un premio per il lavoro svolto durante l’anno da queste squadre. Gli Esordienti per esempio avrebbero dovuto partecipare a tornei molto importanti, uno a Roma a Giugno e, insieme agli Under 14, avrebbero dovuto prendere parte a Pasqua al prestigioso Trofeo Garbosi a Varese. Lo stesso gli Under 13, con i quali saremmo dovuti andare a Ferrara in un torneo che ci avrebbe visto inseriti in un girone insieme al Partizan Belgrado. Insomma, i ragazzi avevano voglia di confrontarsi in questi tornei e di affrontare le fasi finali dei campionati. Sicuramente c’è amaro in bocca, però il bilancio è molto positivo».

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